Ittiosi Lamellare (LI)

Sinonimi: Ittiosi lamellare classica; Ittiosi lamellare congenita; LI

– Categoria di classificazione: Ittiosi congenita autosomica recessiva (ARCI)

– Modalità di trasmissione: autosomica recessiva

– Geni interessati: TGM1, ABCA12, ALOX12B e NIPAL4.

L’ittiosi lamellare (IL) è una malattia della cheratinizzazione, caratterizzata dalla presenza di squame di grandi dimensioni su tutto il corpo, in assenza di un’eritrodermia significativa.

È la variante più comune di ittiosi congenita autosomica recessiva (ARCI; si veda questo termine). La prevalenza è stimata in circa 1/100.000-1/1.000.000 soggetti.

I neonati sono spesso avvolti da una membrana di collodio (membrana translucida, brillante e tesa che assomiglia a uno strato cutaneo aggiuntivo), con ectropion ed eclabium. Quando la membrana si stacca (dopo 1-2 settimane), diventano evidenti le squame che ricoprono tutto il corpo. Nell’IL classica, le squame sono grandi, scure, simili a placche. Sono possibili forme più sfumate con squame più chiare e sottili. Contrariamente a quanto succede nell’eritrodermia ittiosiforme congenita (CIE), non è presente una significativa eritrodermia. Ciò nonostante, l’IL e la CIE rappresentano i due estremi di uno stesso spettro e la maggior parte dei pazienti presenta fenotipi intermedi. Inoltre, i fenotipi dei pazienti possono cambiare con il tempo o a seguito di terapia. La cute è di solito soggetta a prurito e dolore (crepe cutanee), la mobilità può essere limitata dalla rigidità cutanea e la sensibilità può essere ridotta dall’;aumento dello spessore della cute. Altri segni correlati comprendono: ectropion persistente e complicazioni oculari correlate (cheratite, cicatrizzazione corneale), distrofia ungueale, alopecia cicatriziale, cheratoderma palmoplantare, ritardo della crescita, bassa statura, ipoidrosi con intolleranza al calore e sordità (da accumulo di squame nell’orecchio esterno).

L’IL è una malattia geneticamente eterogenea. È dovuta alle mutazioni dei geni TGM1, ABCA12, ALOX12B e NIPAL4. La maggior parte delle mutazioni è stata individuata nel gene TGM1, che codifica per la transglutaminasi 1, implicata nella formazione dell’involucro delle cellule epidermiche cornificate. ABCA12 codifica per un trasportatore ABC (cassetta che lega l’ATP), implicato nel trasporto dei lipidi, ALOX12B codifica per l’arachidonato 12(R)-lipossigenasi coinvolto nel metabolismo dei lipidi, e NIPAL4 codifica per un recettore di membrana. Non è stata osservata una chiara correlazione genotipo-fenotipo.

La diagnosi si basa sull’aspetto clinico della cute. Le caratteristiche istologiche della cute non sono specifiche. Si possono effettuare test molecolari, anche se non sono disponibili nei centri di medicina generale. In alcuni centri sono possibili studi immunoistochimici che utilizzano gli anticorpi diretti contro la TGasi 1 o il dosaggio enzimatico della TGasi 1.

Le diagnosi differenziali si pongono con le forme sindromiche dell’ittiosi, l’ittiosi recessiva legata all’X e l’ittiosi volgare autosomica dominante nelle forme lievi, e la CIE nel caso dell’eritrodermia (si vedano questi termini).

La diagnosi prenatale si basa sulle analisi del DNA con amniocentesi e prelievo dei villi coriali. L’ultrasonografia può identificare la membrana di collodio.

La malattia è trasmessa come carattere autosomico recessivo. Alle famiglie affette deve essere offerta la consulenza genetica per informarle del rischio di ricorrenza del 25%.

La presa in carico si basa su applicazioni quotidiane di emollienti o cheratolitici. I retinoidi orali sono utili nelle forme gravi (di solito più di 35 mg/d negli adulti, 0,7 mg/kg/d nei bambini).

La prognosi è variabile. Nel periodo neonatale, i pazienti rischiano di incorrere in una sepsi e in disturbi idro-elettrolitici. La malattia spesso resta stabile per tutta la vita, con periodi di esarcebazione. Le attese di vita sono normali. La malattia ha un forte impatto sulla qualità della vita a causa dell’alterazione dell’aspetto fisico, dei sintomi invalidanti e delle limitazioni causate dalla malattia e dal trattamento.

Fonte: Orphanet

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