Una diagnosi per l’ittiosi

Copia dell’;articolo riportato su Repubblica giovedi 14 novembre 2002

ASSISTENZA E SANITA’;
L’Ittiosi  è una patologia che spesso migliora con l’;età.  A Bari, Milano e Roma i diversi centri di cura. Per le forme congenite anche un farmaco specifico

Squame cheratinose che ricoprono gran parte o tutta la superficie del corpo, a volte associate a rossore, nei casi più gravi a disturbi a carico di sistemi o organi diversi dalla pelle: degli occhi, per esempio. Sono i sintomi visibili delle ittiosi, patologie dermatologiche di origine genetica genodermatosi caratterizzate da un difetto della cheratinizzazione. «Nelle persone affette, lo stato più esterno della cute si ispessisce in maniera anomala, formando squame cornee. Questo accade perché le cellule epidermiche più superficiali, che negli individui sani vengono via via eliminate, nei pazienti con ittiosi si accumulano in superficie. Oppure perché nello strato più profondo della pelle, lì dove nuovi elementi si formano continuamente, si verifica una iperproduzione cellulare. Semplificando, nella cute di chi è affetto da ittiosi non c’;è equilibrio tra entrate e perdite», spiega Mauro Paradisi, primario della divisione di Dermatologia pediatrica dell’;Idi di Roma.

Del tipo di ittiosi congenito, più grave ed evidente già alla nascita, si conta un caso su 300.000 nati, ma col più diffuso, detto volgare, si scende a un caso su 300. A volte i sintomi di questa malattia sono così lievi da non richiedere mai una diagnosi, altre volte invece risultano immediatamente riconoscibili, e gravi al punto da alterare sensibilmente la qualità della vita — sociale e fisica — di chi ne è affetto, soprattutto dei bambini. È questo il caso dell’;ittiosi lamellare congenita, caratterizzata dalla presenza nel neonato di una membrana sottile e di squame brune diffuse che permettono una diagnosi già alla nascita. Questa tipologia può provocare anche complicanze di tipo infettivo o metabolico.

«Le ittiosi si diagnosticano con l’;osservazione», riprende Paradisi, «Per conoscerne l’;esatta tipologia si può poi procedere con una biopsia, si può studiare il difetto biochimico, e per le forme di cui è già nota la mutazione genetica sottostante, si può procedere con un’;analisi dei cromosomi». Le cure sono spesso di tipo locale: creme idratanti e emollienti usate costantemente risolvono un’;alta percentuale di casi di ittiosi comune, che tra l’;altro tende a migliorare con l’;età. Per le forme gravi c’;è un farmaco, un retinoide, che permette un buon controllo ma che va utilizzato sotto stretto controllo specialistico. Diversi i centri per la cura delle genodermatosi: II Clinica dermatologica dell’;Università di Milano, il Centro di Dermatologia pediatrica dell’;Università di Bari, l’;Idi di Roma. Info: www.ittiosi.it

(tina simoniello)

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